Di cosa parliamo
Ormai è passato più di un anno da quando sono arrivate le intelligenze artificiali di tipo generativo.
L’ultima arrivata in casa OpenAI è Sora che trasforma il testo scritto (prompt) in video di un minuto e ha provocato numerose reazioni da parte della comunità digitale. In realtà, è già da tempo che si riflette sul futuro che stiamo plasmando (anche) grazie all’arrivo e al proliferare delle intelligenze artificiali con non pochi interrogativi.
Sora arriva immediatamente dopo il rilascio di Gemini 1.5. Una velocità impressionante che a volte fa chiedere a se stessi se la fantascienza non sia già arrivata.
Questa è l’immagine generata con ChatGPT con il prompt “Genera un’immagine che descriva “Arriva Sora: il surrealismo dell’Intelligenza artificiale”.
Quanti tipi di intelligenze esistono?
Esistono diversi tipi di intelligenza artificiale. Solitamente distinguiamo tra ASI (artificial super intelligence), AGI (Artificial General Intelligence) e ANI (Artificial Narrow Intelligence). Sora e Gemini, sono intelligenze generative e appartengono a quest’ultima classe anche se qualcuno comincia ad azzardare la probabilità di un passaggio da Narrow a General intelligence. Come detto, però, non facciamo previsioni quindi per il momento ancoriamoci con i piedi in terra. Anche perché ci pensano già le ultime AI generative a portarci verso altri mondi con i loro output che ci regalano suggestioni surrealiste.
Verso l’AGI?
Ancora troppo presto per dirlo ma il futuro è dietro l’angolo. Basta ragionare sulla velocità con cui l’AI generativa ha migliorato le sue capacità. Secondo Raffaele Gaito, infatti, se ragioniamo adottando la teoria della singolarità, le AI in appena 365 giorni hanno avuto uno sviluppo sorprendente.
Eravamo lontani anni luce dai risultati che otteniamo oggi. Certo, non mancano i bug ma sicuramente si interverrà per migliorare il risultato. Descrivere un’immagine con un testo (come facevamo da bambini a scuola o al liceo nell’ora d’arte) o rendere un testo un’immagine sono azioni molto potenti che sono diventate a portata di AI.
Sora e altre AI generative come PlayPlay o Synthesia sono diventate capaci di generare un contenuto visivo che sorprende per la qualità e per quella che, se fosse un cervello umano, si indicherebbe come “capacità immaginativa”. Tanto da definire i risultati surrealisti.
Il surrealismo delle risultati
“Oggi che, con le intelligenze artificiali generative e la CGI (immagini generate al computer), possiamo creare situazioni simili anche in tre dimensioni, il surrealismo dà la possibilità di andare oltre i limiti del reale immaginato e concretizzato.”
(Fonte: https://ledehors.it/news/91-surrealismo_magico)
Uno sgabello a tre gambe che funziona molto bene, se ci aggiungiamo la creatività del cervello umano. DALL-E, Midjourney, Stablediffusion e Whimsical sono strumenti che supportano la nostra immaginazione e ci fanno tornare la voglia di giocare con la realtà, di esplorare nuovi mondi con infinite possibilità.
Questa tendenza sta invadendo ogni spazio espositivo ed occasione di incontro tra utente e brand come sfilate, shop e altri touchpoint. Impossibile non innamorarsi dei pop-up store fake delle più grandi maison di moda proposti da artisti emergenti su Instagram o gli influencer creati grazie alle AI come Aitana Lopez che diventano sempre più aderenti alla realtà.
L’interazione tra intelligenza artificiale ed umana restituisce risposte che riempiono i nostri schermi di puro surrealismo, creando immagini e video che vanno oltre la nostra immaginazione. In questo modo, l’assicurazione che non siano prodotti fake è immediata.
Citando DaVinci:
“Unleash your creativity with limitless AI-generated images that go beyond the limits of your imagination.”
Le AI generative scardinano i nostri limiti mentali e ci portano oltre quello che vediamo. Ci fanno divertire ed interagire con qualcosa che va oltre ciò che vediamo. E questo si riflette in ogni campo, permettendo ai brand di incontrare in modi nuovi e creativi i propri consumatori.
L’intelligenza generativa è una gabbia
Secondo leDehor, possiamo applicare due strategie davanti ai progressi così veloci dell’intelligenza generativa: preoccuparci e chiuderci o progettare il futuro liberandoci dalla gabbia della paura.
La SEO ha provocato gli stessi effetti, nei suoi primi anni di applicazione. Un processo evolutivo che spesso costringeva a guardare oltre, esplorando il mare magnum di possibilità che offriva il posizionamento sui motori di ricerca. E come il surrealismo offerto dalle AI generative, la SEO ha creato nuovi touchpoint tra gli utenti e i brand, permettendo di ampliare il proprio raggio d’azione e migliorando le proprie performance.
Diciamo che se Breton, il padre del surrealismo, lavorasse nel campo del digitale non sarebbe molto lontano dalla figura di un SEO manager!
Scegliere di includere una strategia SEO mirata e sostenuta da nuovi driver come l’intelligenza generativa è un vantaggio competitivo che non puoi perdere. Contattaci per sapere come fare!