Come tutelare la privacy e sparire da Google: il diritto all’oblio

Il diritto all’oblio (ovvero la possibilità di rendere non accessibili notizie anche veritiere, ma che possono danneggiare la reputazione o l’attività personale o professionale di una persona) si applica in numerosi ambiti ma è un tema diventato centrale soprattutto nel Web.
Tramite semplici ricerche sui motori di ricerca, Google tra tutti, è possibile accedere con estrema semplicità agli archivi digitali dei siti d’informazione e avere reperire articoli che fanno riferimento a vicende giudiziarie, a fatti di cronaca o che vanno a coinvolgere la sfera della privacy compromettendo a tempo indeterminato la reputazione di privati o aziende.
Risulta evidente che il diritto ad essere dimenticati diventa ancora più rilevante nell’era digitale perché, se la carta stampata tende a far calare il sipario, la rete permette, digitando poche parole, di riportare alla luce vecchie vicende. La ribalta, in questi casi è facile da raggiungere più difficile è tornare nell’ombra.
La necessità di veder tutelata la propria privacy, con particolare attenzione alle notizie reperibili tramite ricerca sul Web, ha portato alla creazione di una procedura per vedere deindicizzate o eliminate dalla rete le notizie riguardanti soggetti che ne facciano richiesta. La procedura ha portato quindi ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2014 stabilendo che i cittadini europei hanno il diritto di richiedere che alcune informazioni siano rimosse se queste sono “non adatte, irrilevanti o non più rilevanti” e che esiste il diritto a che il proprio nome non sia associato a un qualche risultato, evento e/o circostanza tramite una ricerca in rete.
Nel 2018 il diritto all’oblio è stato collocato nell’ambito del GDPR che è stato battezzato da noi italiani come il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali.
Nel testo del Regolamento il diritto all’oblio è recepito dall’art. 17 dove viene sancito che l’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo e il titolare del trattamento ha l’obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali, se sussiste uno dei motivi seguenti:
In sintesi i giudici hanno sancito che, se cercando qualcosa sul proprio conto online, si trovasse un contenuto nella SERP non ritenuto rilevante o se fosse venuto a mancare il pubblico interesse (diritto di cronaca), debba essere possibile chiederne la “deindicizzazione” alla società che gestisce lo stesso motore di ricerca, ovvero la rimozione dalla lista dei risultati forniti. Se il motore di ricerca non rispetta la richiesta, il cittadino ha il diritto di presentare ricorso presso le autorità competenti per avviare un procedimento giudiziario.
Ad esempio: se digitando il proprio nome e cognome sulla barra di ricerca del motore Google ci appaiono link che rimandano a vecchi casi giudiziari o fatti di cronaca, è possibile, a patto che vengano soddisfatti determinati requisiti, chiedere e ottenere che quei contenuti non appaino più sulla SERP. Questo non vuol dire che l’articolo sarà cancellato dal sito che lo ha pubblicato, ma semplicemente che nessuno potrà arrivarci attraverso la ricerca effettuata tramite Google.
Come già visto Google ha il dovere di esaminare ogni richiesta pervenuta ma può rifiutarla se ritiene che l’interesse pubblico per l’articolo superi l’interesse del singolo che vorrebbe invece farlo rimuovere. Le richieste arrivate a Google sono finora 850mila e pochi sono i contenuti rimossi, questo è dovuto essenzialmente a tre motivi principali:
Il risultato è allarmante: chi decide di intraprendere la strada dell’oblio difficilmente vedrà accolte le proprie richieste.
L’unica possibilità che garantisca attraverso processi certificati e formule che tutelano il raggiungimento dell’obiettivo è quella di affidare ad agenzie organizzate e competenti l’incarico di eliminare i risultati di ricerca dal Web. Quindo, occupandosi dell’intero processo, dall’analisi dei risultati alla rimozione dei link è diventata un punto di riferimento affidabile e risolutivo per questo tipo di intervento digitale.
Quindo si afferma come un’agenzia specializzata nell’analisi della reputazione online garantendo la rimozione di qualsiasi contenuto presente in rete (articoli, foto o video).
Dal contatto alla rimozione, ecco i processi che vedono coinvolti Quindo e il cliente in un continuo scambio di informazioni e aggiornamenti:
Tra gli innumerevoli benefici che il digitale ha portato al nostro stile di vita è necessario anche mettere in risalto che il Web è il luogo dove notizie, informazioni e contenuti si diffondono senza limiti, senza controllo e senza scadenza. L’uso improprio di queste informazioni può compromettere irrimediabilmente e per sempre la credibilità e la solvibilità di una persona o di un’azienda. Quando si rende necessario resettare la propria reputazione on-line affidatevi a chi può raggiungere un obiettivo grazie all’esperienza e alla conoscenza delle procedure necessarie al raggiungimento di un obiettivo che altrimenti è impossibile da raggiungere.
Quindo protegge la tua reputazione online e la tua privacy, cancellando o modificando qualsiasi contenuto trovato su siti, forum, blog o motori di ricerca.
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