Il periodo pandemico ha avuto il merito di sottolineare la correlazione tra smart working e lavoratori fragili. Un modo di lavorare flessibile che potrebbe rivoluzionare la vita di decine di migliaia di persone.
Chi convive con malattie invisibili lo sa: il lavoro nobilita l’uomo e la donna, ma sottolinea anche le disparità tra le persone sane e quelle meno sane. Come fare per ridurre il gap e permettere a tutti di esprimere il proprio potenziale, anche in termini produttivi? I lavoratori fragili in smart working in questi ultimi due anni hanno dimostrato che mantenere alto il livello, anche lavorando da casa, si può. Ma facciamo un passo indietro.
Lavoro e malattie croniche: qual è il nesso?
Soffrire di dolore cronico o di una delle tantissime malattie invisibili tuttora non riconosciute in Italia può essere considerata una discriminante per la produttività di un essere umano? Indubbiamente, per alcune professionalità lo è. Lavoro e malattie croniche non vanno a braccetto per numerosi motivi tra cui:
- la necessità di seguire terapie che impediscono di guidare e quindi recarsi al lavoro in maniera autonoma;
- il bisogno di ritmi lavorativi ben diversi da quelli di chi è in perfetta salute;
- la difficoltà a mantenere determinate posizioni o svolgere compiti fisicamente stressanti;
- i problemi a livello cognitivo come la fibro-fog, la mancanza di concentrazione e la perdita di memoria;
- gli innumerevoli disturbi fisici e psicologici che possono inficiare la convivenza in ufficio con il resto del team.
Lo smart working (serio) per i lavoratori fragili
Per i lavoratori fragili lo smart working non è solo una soluzione temporanea, che ha reso più gestibile la situazione pandemica. È la rivoluzione definitiva, quella che permette (ci permette) di vivere una vita lavorativa soddisfacente, piena, dignitosa. Lavorare da casa (o da qualsiasi altro posto scelto dalle persone con malattie invisibili) permette di gestire in maniera intelligente i ritmi di stress e di riposo, le pause, le postazioni di lavoro, gli orari.
Ma ecco la parola chiave: intelligente. La differenza tra telelavoro e smart working è dettata dal concetto che sta alla base. Il telelavoro è un semplice trasferimento telematico del lavoro svolto in sede. Lo smart working, invece, prevede una flessibilità mentale e un adattamento dello sforzo dello staff; non più rivolto a raggiungere una quantità precise di ore ma una serie di obiettivi, il team lavora in maniera autonoma con notevole aumento della produttività. Cosa c’entra tutto questo con le malattie invisibili? È la chiave per dare ai lavoratori fragili in smart working un modo nuovo per mettere a frutto le proprie competenze e la propria professionalità.
La svolta per malattie e smart working
Lavorare per obiettivi vuol dire non avere un orario fisso da rispettare né una sede fisica da raggiungere. Il che permette a lavoratori e lavoratrici con malattie croniche di gestire in autonomia il proprio tempo e il proprio spazio, senza le complesse sfide che affronterebbero in ufficio.
Un lavoro da scrivania come quello che riguarda il SEO copywriting e la creazione di contenuti per il web diventa facilmente controllabile da una postazione pc con la propria sedia ergonomica, i propri abiti e accessori che alleviano i disturbi delle malattie invisibili. Allo stesso tempo terapie, farmaci e visite mediche si possono programmare intorno al carico di lavoro. Il tutto Evitando di dover chiedere continuamente permessi e giorni di malattia purché si raggiungano i risultati previsti.
E si raggiungono. Lo dimostrano numerose ricerche sull’aumento della produttività in lavoratrici e lavoratori che non vengono continuamente controllati dai manager, compresi i lavoratori fragili in smart working. Crolla la paura del giudizio altrui, si abbattono le barriere architettoniche e quelle invisibili che rendono complessa la vita dei malati cronici. Così si instaura un rapporto di fiducia e rispetto all’interno del team.
Quali sono i vantaggi per i clienti?
Se impostato in maniera corretta come in Quindo, lo smart working è una vittoria non solo per lavoratrici e lavoratori fragili ma per tutti. Il nostro metodo ha dimostrato più e più volte che i progetti subiscono un impatto positivo dalla felicità individuale e dalla soddisfazione lavorativa di ogni persona all’interno dello staff.
Tutto questo passa anche dalla libertà di gestire i propri orari e il proprio carico di lavoro in maniera autonoma; dalla possibilità di un reale equilibrio tra lavoro e vita privata; dal rispetto delle personali esigenze, competenze e attitudini. Il futuro di un mondo del lavoro inclusivo e sostenibile è già qui: nella nostra agenzia SEO che dal 2014 lavora in questo modo. Aspettiamo solo che il resto d’Italia ci raggiunga.