Di cosa parliamo
- Quali sono i SEO trends del 2022 da tenere d’occhio? Per web master e professionisti della SEO, le innovazioni introdotte da Google nel corso del 2021 tracceranno la strada per le prossime strategie.
- Titoli nei risultati di ricerca: cosa è cambiato?
- Scorrimento continuo su mobile: la rivoluzione 2022?
Quali sono i SEO trends del 2022 da tenere d’occhio? Per web master e professionisti della SEO, le innovazioni introdotte da Google nel corso del 2021 tracceranno la strada per le prossime strategie.
Il 2021 è stato infatti un anno ricco di aggiornamenti e novità in casa Google che determineranno anche le successive mosse dei siti web e di chi li ottimizza, come la nostra agenzia SEO. Conoscere e comprendere i SEO trends 2022 è una mossa intelligente per i professionisti, che devono rimanere sempre al passo con le novità di Big G.
La UX è un fattore di ranking (anche nel 2022)
A maggio 2021, Google ha implementato un aggiornamento dell’algoritmo di base chiamato “Page Experience Update“. Questo aggiornamento ha lo scopo di offrire agli utenti un’esperienza migliore, dando la priorità alle pagine che offrono migliori prestazioni, ovvero tempi di caricamento rapidi e una pagina stabile e scorrevole. Da tempo Google ha utilizzato alcune metriche relative all’esperienza delle pagine (compatibilità con i dispositivi mobili, protocollo di sicurezza HTTPS) e già dal 2010 dava priorità alle pagine più veloci.
L’aggiornamento più recente ha introdotto tre nuove metriche che sottolineano l’importanza dell’esperienza complessiva sulla pagina da parte degli utenti. Queste nuove metriche sono i Core Web Vitals. La UX & UI è diventata uno dei (tanti) fattori di ranking per Google, tanto che nella Search Console è stato incluso un nuovo report “Esperienza sulle pagine” per aiutare i web master a comprendere e correggere gli errori.
SEO trends 2022: Link Spam Update
Google ha rilasciato il “Link Spam Update” che ha lo scopo dichiarato di combattere lo spam sui link. Con questa mossa, il motore di ricerca più utilizzato al mondo ricorda ai proprietari dei siti web di contrassegnare i link in uscita con gli appositi tag:
→ rel=“sponsored” per i link dei programmi di affiliazione a prescindere che siano stati creati manualmente o dinamicamente.
→ rel=“sponsorizzato” per i link da post sponsorizzati, pubblicità o link a pagamento;
→ rel=“nofollow” per i link dai guest post.
Non sapevi nulla di questa novità? Niente panico. Se hai gestito in modo consapevole la strategia di link building (e gli “anchor text”), Google non penalizzerà i tuoi link in ingresso.
Titoli nei risultati di ricerca: cosa è cambiato?
Ad agosto 2021 nel Blog di Search Central Google ha spiegato:
“Abbiamo presentato un nuovo sistema per la generazione di titoli per le pagine web. In precedenza, i titoli potevano cambiare in base alla query generata. Questo non dovrebbe più verificarsi con il nostro nuovo sistema, che riteniamo produca nel complesso titoli più efficaci per i documenti, allo scopo di descriverne il contenuto, indipendentemente dalla query specifica. […] Prendiamo in considerazione il titolo principale visibile mostrato su una pagina, i contenuti che i proprietari di siti inseriscono spesso all’interno dei tag <H1>, all’interno di altri tag di intestazione o che vengono ingranditi o messi in risalto grazie all’uso di stili particolari.”
Google ha anche aggiornato le best practice per la scrittura dei titoli delle pagine (e spiega perché alcuni titoli sono sostituiti nei risultati di ricerca).
Cosa devi sapere sui tag title
In breve, cosa devi sapere per gestire i <title> del tuo sito secondo i SEO trends 2022 e le novità che li hanno ispirati:
→ Ogni pagina del tuo sito deve avere un titolo specificato nell’elemento <title>.
→ Scrivi un testo descrittivo (Home o Profilo non lo sono) e conciso. Evita di dilungarti troppo.
→ Non abusare delle parole chiave (basta poco perché sembri “spam”).
→ Non duplicare i titoli (vale sempre il mantra “contenuto unico e originale”).
→ Usa il tuo brand in modo consapevole (inseriscilo all’inizio o alla fine dell’elemento <title>, separandolo dal resto del testo con un delimitatore come un trattino, due punti o una barra verticale).
→ Fai attenzione a quali pagine ha accesso il Googlebot (Google può trovare una tua pagina anche attraverso un link esterno ma se non può accedere al contenuto della pagina – se lo blocchi – non potrà leggere neanche il <title>).
Continua a valorizzare il meta title senza esagerare con l’ottimizzazione e le parole chiave (e fai lo stesso con H1 e H2). Google continuerà a scegliere cosa mostrare agli utenti in relazione a pertinenza e rilevanza della query di ricerca.
Scorrimento continuo su mobile: la rivoluzione 2022?
Ciò che da molti webmaster era temuto da tempo è diventato realtà. Lo scorrimento continuo fa sì che la UX sulla ricerca di Google da mobile diventi molto diversa da quella desktop. L’esperienza per l’utente sarà simile a quella della maggior parte dei feed social (Tik Tok e Instagram in particolare). La funzione è stata gradualmente implementata partendo dalle ricerche in inglese su dispositivi mobili negli Stati Uniti a partire da ottobre 2021.
L’utente invece di visualizzare un elenco impaginato in fondo ai risultati (1…2…3…), troverà, dopo la quarta pagina, il pulsante “vedi altro”. Cosa cambia da un punto di vista SEO? La pagina “due” non intercetta mai un numero significativo di visite, tanto che diversi studi e test parlano di un CTR inferiore all’1%. In merito a questo fenomeno ci sono varie teorie legate anche alla percezione della qualità dei risultati (seconda pagina = meno autorevole). Questa modifica potrebbe illudere l’utente di essere sempre in prima pagina e quindi i siti in seconda pagina potrebbero vedere aumentare il traffico organico (per la brand reputation e il diritto all’oblio si aprirà uno scenario avvincente).
Non ci resta che monitorare i rapporti della Google Search Console e vedere se ci saranno modifiche sostanziali al numero di impressioni e clic sui dispositivi mobili (per ora sui progetti nel mercato US).
Le tab nei risultati di ricerca
L’ultima delle innovazioni introdotte da Google nell’anno appena trascorso riguarda la visualizzazione dei contenuti tra i risultati di ricerca. Infatti alcuni contenuti vengono visualizzati in SERP con delle tab di approfondimento. Non si tratta di sitelink ma di vere e proprie tab: cliccando sulle voci è possibile leggere le prime righe del contenuto del paragrafo.
Ho fatto qualche verifica a campione e Google sembra scegliere i contenuti strutturati con paragrafi delimitati dal tag <H2>. Questo mi induce a due riflessioni.
La prima è che dovete mettervi l’anima in pace e iniziare a usare bene la formattazione dei contenuti. Amic* copy, i tag non sono un vezzo da SEO. Secondo me, vincerà la sfida chi saprà strutturare meglio i contenuti in relazione agli intenti di ricerca, usando per gli H2 delle long tail keyword. Importantissimo anche il primo paragrafo, che dovrebbe contenere una risposta sintetica ed esaustiva, da approfondire nel corpo del testo.
La seconda è che visto che Google – da anni – cerca di rispondere in modo sempre più completo direttamente nella pagina dei risultati (“risultati in primo piano”, “knowledge graph”, “le persone hanno chiesto anche”, etc), diventerà sempre più complesso migliorare il CTR di alcuni risultati. Come ovviare a questi inconvenienti? Con strategie SEO mirate e un copywriting orientato alla SEO, che sfrutti le novità introdotte da Google per scalare le posizioni.