Schwa e SEO. Linguaggio inclusivo e motori di ricerca | Quindo

Schwa e SEO. Linguaggio inclusivo e indicizzazione sui motori di ricerca

Breve premessa.
Questo post non è un articolo sulla linguistica e non entro nel merito della soluzione da adottare (asterischi, schwa, maschile neutro, eccetera) ma provo a spiegarti come Google interpreta la schwa.

Sai cos’è la schwa?

La schwa (ǝ) è un simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale, utilizzato, in linguistica e fonologia, per definire la corretta pronuncia delle parole.  Nel dibattito in corso negli ultimi anni sulla necessità di un linguaggio inclusivo, Luca Boschetto e Vera Gheno hanno proposto l’uso della schwa in alternativa alla desinenza maschile per definire un gruppo misto di persone.
La linguista Vera Gheno ha scritto di avere una «preferenza» per lo schwa perché «rappresenta la vocale media per eccellenza» e «il vantaggio è che, al contrario di altri simboli non alfabetici, ha un suono – e davvero medio, non come la U che in alcuni dialetti denota un maschile».

Se solletica la tua curiosità, ti invito ad approfondire l’argomento con l’articolo di Alice Orrù “Linguaggio inclusivo: perché non è solo una questione di genere” e a riflettere con l’interessante questione posta da Lucia Iacopini in “Lo schwa (ǝ) che rende l’inclusione inaccessibile“.

La schwa e l’indicizzazione sui motori di ricerca

La schwa rientra nell’ UTF-8 (cioè lo standard internazionale di codifica dei caratteri linguistici e degli elementi di testo presenti nel web) in sostanza equivale a una qualsiasi lettera dell’alfabeto o a uno qualsiasi dei numeri. Da un punto di vista di indicizzazione non costituisce quindi un problema.

Per capire il rapporto tra motori di ricerca e schwa dobbiamo considerare come Google costruisce i risulati di ricerca:

La comprensione del significato della tua ricerca è di cruciale importanza per fornirti risposte buone. Per trovare pagine con informazioni pertinenti, dunque, il primo passaggio prevede l’analisi del significato delle parole usate nella tua query di ricerca. Costruiamo modelli linguistici per cercare di decifrare le stringhe di parole da cercare nell’indice. (Google)

Google è in grado di interpretare gli errori di ortografia e di capire cosa cerchiamo quando digitiamo una parola chiave che ha potenzialmente più definizioni. I risultati di ricerca si affinano in base anche all’evoluzione della comprensione sempre più sofisticata degli algoritmi.
Cruciale per la creazione dei risultati è la corrispondenza con la query (cioè le parole che vengono digitate sulla barra di ricerca di Google):

Quando effettui una ricerca a livello base, i nostri algoritmi cercano i tuoi termini di ricerca nell’indice per trovare le pagine appropriate. Poi analizzano la frequenza e la posizione di tali parole chiave nei titoli, nelle intestazioni o nel corpo di una pagina.

Quando una pagina web contiene le stesse parole chiave della tua query di ricerca, significa che quelle informazioni sono pertinenti. Se le parole chiave sono presenti nella pagina, nelle intestazioni o nel corpo del testo, è più probabile che le informazioni siano pertinenti.

L’algoritmo di Google è sensibile alle nuove parole.
Immaginate di fondare una nuova azienda con un nome nuovo o simile a qualche parola esistente…
Qualche anno fa, digitando “Quindo” Google restituiva la dicitura “forse intendevi quinto“. Le parole nuove possono essere viste come errori di ortografia, motivo per cui il motore di ricerca suggerisce la parola che ritiene essere corrispondente. Una parola viene “assimilata” in modo corretto da Google quando viene cercata dagli utenti con frequenza.
La schwa crea, di fatto, nuove parole e le ricerche, come la lingua stessa, esistono in relazione all’uso.
La diffusione della schwa nell’uso comune (e quindi nelle ricerche) è essenziale per una migliore comprensione da parte di Google.

Google e la schwa

Una delle problematiche più spesso evidenziate sull’uso della schwa è che il carattere si trova e non è utilizzabile in modo semplice. Per inserire la ǝ all’interno di un testo o eri unǝ smanettonǝ, quindi la trovavi nei caratteri speciali e la inserivi nella tastiera personalizzata del tuo computer o del tuo smartphone, oppure dovevi copia-incollarla da un altro testo.

Il 31 marzo 2021, in occasione della giornata mondiale della visibilità transgender, Google ha rilasciato la schwa sulla sua tastiera. Se hai un telefono Android, tutto ciò che devi fare è scaricare la tastiera Google dal Play Store e poi impostarla come predefinita: tenendo premuto sulla lettera “e”, insieme alle lettere accentate troverai la ǝ.
Google ha implicitamente espresso la sua posizione in merito.

La procedura per utilizzare la schwa su iPhone richiede invece qualche passaggio in più (qui trovate i tutorial per tutti gli smartphone e i computer) ma penso che anche la Apple si attiverà in tal senso.

“Se uso la schwa nei testi del mio sito, Google mi penalizza?”

Per rispondere alla domanda che più di frequente mi fanno le colleghe e i colleghi che si occupano di comunicazione inclusiva e copywriting: l’uso della schwa non compromette la corretta indicizzazione dei contenuti da parte Google e Google non penalizza i testi che utilizzano la schwa.

Ma.
Google considera parole diverse “bambino”,”bambina”,”bambinǝ” che hanno volumi di ricerca diversi, rispettivamente 24.000, 10.000, 0.

Fonte: Ahrefs

Da un punto di vista strategico, oggi, non è la soluzione che consiglierei, se si punta al posizionamento in SERP competitive per query con un riferimento al genere.

Mi piacerebbe venisse usato ma abbiamo detto che in questo post non entro in merito alla soluzione da adottare… quindi attendiamo i dati d’uso, tra qualche mese, per vedere se e come verrà usata dagli utenti per effettuare le ricerche.

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