Di cosa parliamo
Era il 1998 e aprivi il tuo primo blog, aziendale o personale. Da allora hai scritto centordicimila articoli, molti dei quali conterranno ad occhio e croce un centinaio di parole ma, soprattutto, non hanno mai visto la luce in SERP. Zero ottimizzazione, zero traffico, praticamente, per Google e gli altri motori di ricerca, è come se non esistessero. Se non fosse per un piccolo, importantissimo, dettaglio: quegli articoli continuano a comportarsi da vampiri, succhiando via una fetta del tuo preziosissimo crawl budget.
Che fare? Buttare via tutto? Ma certo che no!
Tra vecchi articoli e contenuti obsoleti si nascondono spesso tesori inesplorati. Oggi vedremo come gestire i contenuti di vecchia data, specie quelli che non performano in alcun modo, e come restituire loro nuova linfa vitale grazie a un’opportuna ottimizzazione SEO. Perché la rimozione dei contenuti obsoleti è una possibilità, non tanto lontana, certo. Tuttavia, non è sempre necessaria. Vediamo perché.
Che cos’è il crawl budget
Iniziamo facendo una premessa su che cos’è il crawl budget. Si tratta del parametro che indica tempi e qualità di scansione di un sito web, da parte dei crawler del motore.
È come se, ogni sito, avesse a disposizione un “budget” di scansione delle proprie risorse. Quando il motore inizia a scansionare un sito può trovarlo interessante e performante, e allora continua a farlo, oppure no e quindi “va via”, investendo il “budget” altrove. Un sito scansionato poco e raramente è un sito che non piace a Google e che quindi non avrà visibilità in SERP.
Fino a pochi mesi fa, il crawl budget, oltre ad essere presente tra le voci di Search Console, era anche lo spauracchio di molti. Tuttavia, in questo recente articolo pubblicato sul blog ufficiale di Google si legge che:
First, we’d like to emphasize that crawl budget, as described below, is not something most publishers have to worry about. If new pages tend to be crawled the same day they’re published, crawl budget is not something webmasters need to focus on. […]
Prioritizing what to crawl, when, and how much resource the server hosting the site can allocate to crawling is more important for bigger sites, or those that auto-generate pages based on URL parameters, for example.
Il crawl budget è qualcosa di cui né i webmaster né chi fa SEO dovrebbe preoccuparsi. L’unica cosa da fare è segnalare a Google quali risorse scansionare e quali no, i tempi di scansione e la frequenza. Questo è, secondo Big G, l’unico modo per impedire che il crawl budget venga sprecato scansionando risorse di poco conto.
Ma poco più in basso precisa:
According to our analysis, having many low-value-add URLs can negatively affect a site’s crawling and indexing. We found that the low-value-add URLs fall into these categories, in order of significance:
- Faceted navigation and session identifiers
- On-site duplicate content
- Soft error pages
- Hacked pages
- Infinite spaces and proxies
- Low quality and spam content
Wasting server resources on pages like these will drain crawl activity from pages that do actually have value, which may cause a significant delay in discovering great content on a site.
Quindi, anche, la presenza di contenuti di scarsa qualità può essere la causa di un crawl budget basso!
Rimozione contenuti obsoleti, sì o no?
Per capire se la rimozione dei contenuti obsoleti sia la strada giusta o meno, è importante analizzare il traffico, il posizionamento e il trust della url che desideri eliminare.
Google Analytics è in grado di dirti quanto traffico da ricerca organica riceve la tua url.
Come fare: entra nella tua vista Analytics, definisci un arco di tempo abbastanza lungo, naviga la sezione “Acquisizione”, seleziona “google / organic” tra le voci “sorgente/mezzi”, scegli come dimensione secondaria “Pagina di destinazione” e infine filtra cercando la tua url attraverso le funzioni avanzate di ricerca.
Se l’articolo è online da mesi ma Analytics ti dice che non è mai stato raggiunto da un visitatore tramite ricerca organica, allora la url in questione non si è mai posizionata in SERP per alcuna parola chiave.
Per sapere con certezza che è così puoi fare la prova del nove, anzi tre!
La prima: apri Google Search Console, naviga la sezione “Prestazioni”, definisci un arco di tempo abbastanza lungo, scegli la vista “Pagine” e attiva tutti i filtri: click, impression, CTR e posizione. Cercando la tua url, vedrai la posizione media in SERP, il numero di volte in cui è comparsa sotto gli occhi di un utente (impression) e il numero di volte in cui è stata visitata da ricerca organica. (click). Zero risultati? L’url è proprio messa male!
Prova del nove n. 2: utilizza un qualsiasi strumento di analisi SEO, ad esempio Ahrefs o SemRush, scansiona la url e verifica per quali parole chiave organiche è posizionata. Zero anche qui? Ahi, ahi, ahi!
Terza e ultima prova del nove: la SERP. Fai una ricerca in anonimo o tramite un proxy server per verificare se la tua url è visibile in SERP per una certa parola chiave, quella che secondo te dovrebbe essere la focus keyword della tua pagina o articolo. Non compare neanche qui?
Allora è proprio il caso di dirlo: rimuovi i contenuti obsoleti!
Non dimenticare però che la rimozione di url obsoleti genererà un errore 404.
Ricorda quindi di gestire con un redirect 301 le url eliminate, reindirizzandole verso una pagina esistente e pertinente. In questo modo potrai anche mantenere attivi gli eventuali backlink ricevuti grazie al Link Earning e far puntare i backlink verso un contenuto migliore o più pertinente.
Ma se, invece, la risposta alle domande precedenti non fosse zero? Grande festa nel regno: i contenuti si possono salvare! Ecco due soluzioni per farlo.
Soluzione 1: ottimizzare i vecchi articoli per la SEO
La classica e sempreverde soluzione SEO friendly: ottimizzare gli articoli per la SEO.
I vecchi articoli hanno bisogno di una rinfrescata, è ora di migliorare i contenuti, renderli aggiornati e appetibili oltre che SEO-utili.
Parti da una keyword research per l’articolo da rinfrescare, scopri quali sono i trend stagionali utilizzando i consigli di Google Trends e infine dai uno sguardo alla sezione Notizie di Google per conoscere le novità del momento su un certo argomento.
Ora, contatta un’Agenzia SEO specializzata in SEO copywriting e Creazione Contenuti per siti web e inizia a riscrivere i contenuti in ottica SEO. Non dimenticare di ottimizzare i meta tag, naturalmente.
Soluzione 2: revisionare e accorpare i contenuti obsoleti
Un mix tra le due soluzioni precedenti, questa tecnica ti consentirà di aggiornare una pagina web messa non proprio bene – ma neanche tanto male -, integrandola con i contenuti di un’altra pagina, completamente da eliminare.
Quindi, abbiamo:
- Un contenuto così, così.
- Un contenuto pessimo e irrecuperabile.
Per il contenuto a. segui gli step descritti nel paragrafo precedente (soluzione 1); per il contenuto b. travasa in a. il testo, elimina la url e ricordati di fare redirect verso la url del contenuto a.
Cosa otterrai: un nuovo articolo perfettamente ottimizzato e una url in meno da dare in pasto al crawler. Perché buttar via qualcosa, se si può migliorare?
Bene, quando avrai replicato questi passaggi per tutti ma proprio tutti i contenuti obsoleti del tuo sito, allora sarà arrivato il momento di segnalare la tua nuova, brillantissima, sitemap, al motore per dirgli che, Ehi! È qui che devi scansionare, non sprecare altrove il tuo crawl budget!