Le ricerche su Google rappresentano una preziosa fonte di informazioni per capire la realtà attuale e i trend in evoluzione; Google è sensibile alle nuove parole e assimila quelle che vengono cercate dagli utenti con frequenza. Per questo motivo, come professioniste SEO, abbiamo deciso di condurre una ricerca per approfondire la questione dei bias culturali e di genere sul lavoro.
Cosa emerge? Che le ricerche di Google sono specchio delle rappresentazioni di genere e dei bias sessisti.
Ci sono esempi che, a primo impatto, fanno sorridere ma sono lo specchio di una realtà decisamente stereotipata. La parola chiave “portiera”, declinata in vari modi, rimanda sempre alle auto e se aggiungiamo la parola “donna”, ci vengono mostrate foto di donne vicino a portiere di automobili. Il tema del lavoro non esiste proprio, non ci viene proposta una custode e men che meno una giocatrice di calcio.
Non esistono le “ingegnere donna” e il termine “casalingo” può essere solo un aggettivo… porno.
Scarica la ricerca per scoprire i termini presi in esame.
Vuoi ascoltare l’intervista di Radio Lombardia in cui Laura Venturini racconta i dettagli della ricerca?