Retargeting: cos’è, a cosa serve e perché utilizzarlo

Ti è mai capitato, dopo aver guardato la scheda prodotto di un paio di scarpe, di ritrovarti la pubblicità di quell’e-commerce o altri simili, sui siti che hai visitato nei giorni successivi?
Ecco, questo tipo di pubblicità si basa sul metodo del retargeting.
È una tipologia di pubblicità online rivolta ad utenti già potenzialmente interessati a quello che stai promuovendo, in quanto vengono scelti in base alle precedenti interazioni online.
Il retargeting si basa su campagne personalizzate rivolte ad un pubblico specifico scegliendo in modo accurato l’audience di riferimento. Questo ci permette di raggiungere i reali bisogni degli utenti.
tutto ciò è possibile grazie ai cookies (sì, quelli del GDPR, no, non i biscotti americani).
Detto in modo semplice i cookies sono delle stringhe di testo di piccole dimensioni, che permettono ai browser di immagazzinare delle informazioni e restituirle al bisogno.
Nel caso del retargeting, le informazioni memorizzate dai cookies sono quelle di profilazione e il fine è offrire contenuti di reali interesse ai tuoi prospect.
Ci sono delle opinioni contrastanti. In alcuni casi vengono utilizzati come sinonimi, come nelle stesse guide di Google.
Sostanzialmente però ci sono alcune differenze di base.
Vorrei fare questo ragionamento insieme a te, partendo dall’analisi dei due termini:
In sostanza si tratta di riagganciare un certo tipo di utenti e portarli nel cuore del nostro funnel di conversione, generalmente questi utenti non hanno ancora finalizzato una conversione. Tra i canali utilizzati ci sono quelli di advertising, come Google ads e Facebook ads, attraverso delle campagne Display.
Da un punto di vista pratico il remarketing si utilizza principalmente per recuperare i carrelli abbandonati, fare upselling e cross-selling agli utenti che hanno già acquistato o si sono già registrati al nostro sito. Il canale di acquisizione più utilizzato è la mail, attraverso campagne DEM, ma è possibile utilizzare anche Social come Facebook.
Quindi se un utente viene profilato e poi recuperato, oppure se si genera un’audience simile a quella che ha già interagito, stiamo parlando di retargeting. Mentre se l’utente ha già partecipato attivamente al funnel, lasciando i propri dati e vogliamo attirare nuovamente la sua attenzione per concludere la conversione, allora possiamo parlare di remarketing.
È semplice confondere i due termini proprio perché lo scopo è in entrambi aumentare il tasso di conversione, raggiungendo gli utenti che hanno in qualche modo interagito con il nostro business. Ma come abbiamo visto, fanno parte di due momenti diversi del ciclo di acquisizione.
Possiamo identificare due principali tipologie di retargeting:
Recupera gli utenti che hanno interagito con i tuoi annunci o con il tuo sito. Per esempio cliccando sull’annuncio e spendendo del tempo all’interno del tuo sito, visitando più pagine, ma senza concludere nessuna conversione.
Questi utenti saranno sicuramente più interessati e propensi all’acquisto (oppure a compilare un form contatti) rispetto a quelli che entrano ed escono velocemente.
Suggerendo nuovamente una visita al sito rafforziamo l’idea di concludere una conversione.
Crea degli elenchi di utenti in base agli interessi evidenziati durante le proprie ricerche sul web. È possibile scegliere argomenti di interesse e creare un pubblico simile a chi ha già interagito con i nostri annunci/sito. Questo ci darà più possibilità di allargare il bacino di utenti potenzialmente interessati al nostro prodotto.
Ecco 3 principali ragioni per cui bisognerebbe valutare di attuare questo tipo di strategia nelle campagne advertising:
Lavorando su utenti profilati c’è più probabilità che questi convertano.
Il tuo Brand verrà consolidato nella memoria degli utenti, che lo riconosceranno anche in altri contesti (negozi fisici, altri canali di marketing, etc.)
Gli utenti difficilmente acquistano alla prima visita al sito, ma hanno bisogno di essere esposti più volte allo stesso prodotto/sito. Il retargeting fa da promemoria, come dire “Hey! Ricordati che stavi cercando degli stivaletti per la nuova stagione!”
Attenzione però a non prolungare troppo le strategie di retargeting, proponendo gli annunci sempre ai soliti utenti, perché si rischia di diventare troppo invasivi e insistenti e di stancare quindi i nostri prospect, rischiando un effetto contrario al nostro obiettivo. Come sempre ci vuole la giusta misura ed il buon senso.
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