Professioni digitali: chi è il growth hacker e cosa fa

Sicuramente negli ultimi tempi vi sarà capitato di leggere il termine Growth Hacker un po’ ovunque.
Nato e celebrato in ambito startup, il growth hacker è oggi richiesto da moltissime aziende, affiancandosi ai professionisti del marketing per migliorare le performance della società online.
Per avere la certezza che si tratti di una figura molto ricercata basta fare un giro sui vari siti di annunci di lavoro da Linkedln a Monster passando per Indeed, e troveremo migliaia di posizioni aperte in tutto il mondo. Startup e grandi aziende, imprese digitali e tradizionali, sono tutte alla ricerca di questa figura che ormai gli americani chiamano “unicorno”, proprio a sottolinearne la rarità.
Qualche tempo fa Alessia Camera ci aveva spiegato cosa fosse il Growth Hacking, riportiamo brevemente: si tratta di un processo che consiste in una sperimentazione piuttosto veloce delle diverse tecniche di marketing per portare un’attività al successo e intersezione di una serie di discipline e ambiti a volte molto diversi tra di loro.
In questa metodologia di lavoro troviamo aspetti di marketing che si fondono a una profonda conoscenza del prodotto, che si poggiano su una dimestichezza con i numeri che, a loro volta, fanno leva su delle buone basi tecniche.
Tecnicamente è una combinazione di marketing, programmazione e service design in grado di individuare i metodi più efficaci per far crescere il proprio business, attraverso tecniche di SEO, SEM, Email Marketing, attività sui Social Network e A/B testing.
Il growth hacking funziona perché il growth hacker è una figura professionale con conoscenze approfondite e trasversali in campo web marketing, per questo motivo è in grado di individuare i canali giusti per far crescere un business e abbandonare velocemente i canali che non portano crescita.
Il growth hacker non è un SEO, nemmeno un SEM e nemmeno un Social media manager ma ha delle solide conoscenze di tutte e tre le discipline. È un marketer, sa che bisogna combinare diversi canali come SEO, content marketing, social media, advertising, e-mail marketing e molti altri per educare l’utente e convertirlo in un cliente, sa che raccogliere e interpretare i dati raccolti cercando risposte in strumenti di analytics è necessario per orientare i processi di marketing.
Un growth hacker sa gestire campagne pubblicitarie avendo cura di scegliere le piattaforme più adatte e performanti, è in grado di gestire budget e bidding, selezionare il target e ottimizzare la creatività con l’obiettivo di ottenere conversioni.
Sono molte le start-up che hanno applicato al loro interno questa tecnica e che, ad oggi, sono diventate dei veri e propri colossi. Qualche nome? Dropbox, Hotmail, Airbnb, Groupon, Instagram, Pinterest, Snapchat, giusto per citarne alcune famosissime.
Il growth hacking ha le sue radici proprio qui: nelle start-up tecnologiche dove era necessario un nuovo approccio al marketing per distinguersi in un mercato sempre più affollato e, per certi versi, saturo.
Secondo i dati forniti da Indeed in America un Growth Hacker guadagna tra gli 80.000 e i 100.000 dollari annui ma almeno che tu non sia disposto ad attraversare l’Atlantico sappi che questa figura professionale non è ancora molto diffusa in Europa e in Italia. Il che lascia quindi ampio spazio a tutti quei professionisti di digital marketing che puntano a diventare i più ricercati dalle aziende e dalle agenzie di comunicazione.
Startup, piccole e medie imprese, sono sempre alla ricerca di Growth Hacker in grado di ridurre i costi e sfruttare le risorse del web, sei pronto a rivoluzionare il mondo del digital marketing e a diventare un pirata della crescita?
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