Di cosa parliamo
C’è chi parla sempre, chi parla poco, chi parla da solo e chi parla con il cane. C’è chi parla con il frigorifero, in un qualsiasi centro commerciale, senza essere in un ultratecnologico grattacielo di un romanzo distopico di Ballard.
Parlare è un atto naturale e oggi parliamo “naturalmente” anche con gli oggetti.
In principio fu Siri, l’assistente vocale di Apple. Oggi gli assistenti vocali sono sempre più diffusi e sofisticati, una tendenza che si sviluppa in parallelo ad altri trend del settore, dall’intelligenza artificiale al machine learning. Con Google Assistant, ad esempio, possiamo comunicare con la TV Android con gli smartwatch e anche con le automobili dotate della tecnologia Android Wear.
Non stupisce, quindi, la previsione di Gartner per cui nel 2020 il 50% di tutte le interazioni con uno smartphone avverrà attraverso una conversazione.
Quando viene usata la ricerca vocale?
La ricerca vocale, molto in voga tra i nativi digitali, viene usata principalmente quando si è impegnati in attività che non permettono di digitare agevolmente sullo schermo, quando ad esempio si guida o si sta cucinando.
Le persone cercano le informazioni in contesti specifici, quando ne hanno necessità, il 22% delle ricerche vocali sono relative a informazioni locali.
Se attivo il mio assistente, semplicemente, dicendo “Ok Google”, posso effettuare una chiamata, creare un evento su Google Calendar o effettuare una ricerca. Se chiedessi “cosa c’è da vedere”, la serp mi mostrerebbe cosa c’è da vedere a Lucca come primo risultato, perché la ricerca darebbe priorità alla mia geolocalizzazione.
Se la ricerca successiva fosse “dove andare a cena”, Google Assistant mi informerebbe che ha trovato diverse soluzioni entro 150 metri dalla mia posizione.
Google My Business diventa dunque un’interessante opportunità per aumentare le possibilità di comparire fra i risultati di ricerca quando viene eseguita una ricerca vocale relativa alla tua attività commerciale, posizione o categoria di attività.
(Per attivare i comandi vocali sul tuo smartphone Android o Apple, qui trovi la guida Google e qualche suggerimento sull’utilizzo).
Ottimizzazione SEO per la ricerca vocale: più domande meno keywords
Cambia totalmente il modo in cui le persone si relazionano con i dispositivi mobili, la tendenza è quella di instaurare una conversazione, un vero e proprio “botta e risposta”, utilizzando query più lunghe e più vicine al linguaggio naturale.
Le query, in pratica, sono sempre più “umane”. Google registra un aumento del 61% di ricerche formulate come domande: come, quando, perché, chi, cosa, dove. Gli utenti si aspettano risposte veloci e sintetiche a domande specifiche.
La ricerca vocale semplifica l’uso del motore di ricerca, l’Assitente Google fornisce attraverso il Knowledge Graph una vera e propria risposta all’utente. Si stima che oggi i risultati di ricerca che forniscono una risposta diretta sono circa il 40% ma questo dato è in costante crescita.
In quest’ottica diventa strategico l’uso corretto dei dati strutturati tramite markup per fornire informazioni sul tuo sito in un formato adatto all’elaborazione automatica dei contenuti e del contesto.
Per creare una strategia SEO efficace bisogna strutturare l’analisi partendo dalle domande potenziali che gli utenti potrebbero porsi per trovarci o quali parole utilizzano parlando del nostro servizio, in modo da poter creare contenuti che rispondano a questi quesiti.
L’ottimizzazione SEO per la ricerca vocale è cruciale per il futuro del tuo business
Apple ha reso noto che più di un miliardo di query a settimana sono lanciate tramite Siri. Il CEO di Google Sundar Pichai ha dichiarato che il 20% delle query inviate da dispositivi mobili nel 2016 erano ricerche vocali.
Il 96% degli Italiani utilizza uno smartphone ed il 30% degli acquisti online viene effettuato su dispositivi mobili. L’utente si aspetta l’immediatezza. L’esperienza del consumo sarà fortemente influenzata dalla velocità della ricerca vocale, non farti trovare impreparato.