Di cosa parliamo
Le più grandi aziende del mondo, e non solo, sono impegnate nel farsi portavoce di valori importanti come la diversity e l’inclusion.
Ma cosa si intende realmente con questi due termini?
Per diversity, o diversità, si intende la molteplicità dei punti di vista che ogni persona o gruppo possono portare all’ambiente che li circonda, sia esso lavorativo o sociale, grazie al proprio background di vita e di esperienze.
L’inclusion, o inclusione, invece è la possibilità di agire per creare un contesto dove ogni persona o gruppo siano rispettati per le loro caratteristiche, in cui potersi esprimere al meglio senza pregiudizi di sorta.
Tutto ciò implica un movimento attivo verso l’altro: impegnarsi, con empatia, a vedere sotto una nuova luce la stessa realtà.
Ma se questa è la base etica con cui ogni persona dovrebbe affacciarsi alla società, quali sono i reali risvolti che un ambiente inclusivo può creare all’interno di un’azienda?
Inclusione e diversità in azienda
Il concetto di inclusion e diversity nel mondo aziendale ha acquisito sempre maggior valore negli anni, frutto anche dei cambiamenti che la nostra società ha subito.
La storia insegna però che non è sempre stata questa la tendenza: nei modelli lavorativi caratterizzanti degli ultimi 50 anni del 900 – senza andare quindi molto indietro – la diversità non era considerata un fattore positivo.
Dai propri impiegati ci si aspettava un grado di omologazione rispetto a quello che era il modello standard, ovvero una gerarchia improntata sulla quasi totalità di presenza maschile ai vertici, poco sensibile alla voce e alle opinioni di chi non faceva parte della suddetta cerchia.
Oggi invece – finalmente, aggiungo io – queste tipologie di comportamento sono sempre più criticate e ostracizzate, nonostante la loro presenza non sia stata del tutto eradicata.
Statistiche svolte dall’Unione Europea dimostrano che in Italia, nonostante l’esistenza della legge sulle pari opportunità, il 42% dei dipendenti siano stati soggetto di almeno un episodio di discriminazione durante il processo di selezione aziendale. Problematiche quali: gap generazionali, disparità di stipendio e di ruolo tra i sessi, mancanza di pari opportunità dovuta all’etnia, giudizio e discriminazione sull’orientamento sessuale sono solo alcune delle situazioni spinose che ancora oggi vengono riscontrate.
Il diversity management: cos’è e perchè al giorno d’oggi è fondamentale
Ma quindi, un’azienda come può essere realmente inclusiva?
Assumere persone provenienti da ambienti differenti, con diverse culture o credo religioso non basta, vi è necessità di una guida verso questa evoluzione: ecco perchè ormai sempre più frequentemente si parla di diversity management nelle aziende.
Esso è lo studio di tutte quelle attività pratiche che permettono a ogni elemento aziendale di essere a proprio agio nello svolgere la propria professione, nel suo completo rispetto.
Non è quindi solo un’accettazione di tutte le risorse aziendali nella loro completezza, ma sono veri e propri processi studiati per creare un ambiente adatto ai bisogni di tutti.
Oltre a essere una scelta etica, questo tipo di gestione consente una maggiore soddisfazione da parte dei dipendenti e un incremento dell’affetto e della responsabilità verso il proprio ruolo, visibile non sono nei risultati ottenuti, ma anche dal risvolto positivo che i lavoratori riflettono sulla web reputation dell’agenzia. Questa tipologia di environment consente inoltre un maggiore dialogo, aprendo la possibilità di poter esprimere il proprio punto di vista, attivando un percorso verso il cambiamento e l’innovazione: aggiungendo valore alla routine aziendale, vi è la possibilità di snellire e migliorare alcuni processi o risolvere problemi.
A supporto del processo di inclusion, nel 2020 è stato creato uno studio, l’Employer Brand Research 2020, per dimostrare quali fossero le caratteristiche aziendali più interessanti per le persone in cerca di impiego: su circa 200.000 persone intervistate, la grande maggioranza sosteneva che la percezione di inclusivity e diversity emanata dall’azienda era uno dei fattori principali di scelta.
Dal medesimo tipo di ragionamento è nato inoltre un evento annuale, il “Diversity Leaders Awards” che si occupa proprio di riconoscere le aziende più inclusive friendly: tra le circa 850 selezionate, 35 sono italiane.
Nella top ten si trovano Giorgio Armani, seguito al decimo posto dalla casa farmaceutica Chiesi. A seguire, l’Unipol Gruppo Finanziario (28°), Gruppo Prada (57°), Kiko Milano (71°) e Banca Mediolanum (85°).
In Italia il diversity management nelle aziende è stato fonte di grandi cambiamenti. Ancor prima che la legge Cirinnà prendesse forma, alcune aziende avevano già anticipato tempi: alcuni tra i più importanti istituti di credito della nostra penisola prevedevano già il congedo matrimoniale per le coppie del medesimo sesso sposate all’estero, oppure riconoscevano uguali diritti alle famiglie non convenzionali, instituendo le coperture assicurative familiari anche a chi non fosse effettivamente sposato.
Questi sono solo alcuni esempi di una tendenza al rispetto del valore umano che va, fortunatamente, incrementando.
Il futuro: le aziende e la smart inclusion
Visti i recenti bisogni nati dalla situazione sociale che sta caratterizzando gli ultimi anni, il mondo del lavoro sta virando sempre più decisamente verso una digitalizzazione dei processi, con lo smart working in una posizione preminente: per tanti lavoratori adattarsi a questa modalità è stata una sfida, ripagata però da un nuovo stile di vita, più libero e responsabile.
Il “lavoro agile” è strettamente legato ai concetti di inclusività e diversità di cui abbiamo parlato fino ad adesso: la possibilità di svolgere i propri compiti secondo la strategia preferita e con le proprie tempistiche è diventata la base per poter gestire i rapporti aziendali in maniera più elastica, con il grande vantaggio di ridurre i costi aumentando la produttività.
Secondo uno studio, se in Italia tutte le persone, il cui lavoro lo consente, venissero messe in smart working, il PIL dell’intera nazione avrebbe un incremento del 1.2 annuo, con dipendenti più felici.
Impressionante, no? Per questo motivo la tendenza nel mondo del lavoro è sempre più indirizzata verso aziende smart inclusive.
Quindo è la prima agenzia SEO italiana nata completamente in smart working, articolata in tutta Italia: snodandosi dalla Lombardia alla Calabria, toccando Veneto, Liguria e Toscana, è un insieme di idee, background e tradizioni diverse.
Ognuna di noi ha le proprie caratteristiche, uniche e di valore, che contribuiscono a formare un team che ogni giorno si confronta e matura, creando così, anche a distanza, un ambiente inclusivo in cui ogni persona può esprimere la sua professionalità al meglio.
Quindo e i DMA
La nostra vicinanza verso il tema della Diversità ci ha portato alla gestione della realizzazione del nuovo sito dei DMA, i Diversity Media Awards, l’evento italiano che premia questi valori. Un progetto che che parla di integrazione e inclusività a cui ci sentiamo vicine.