Cosa fare in caso di clonazione di un sito | Quindo

Cosa fare in caso di clonazione di un sito

Il caso più eclatante di clonazione di un sito è avvenuto recentemente ed è successo al sito della famosa griffe Prada, una truffa che partiva dalla Cina per arrivare in tutto il mondo e il cui copione era molto semplice: curare l’immagine come l’avrebbe curata la maison realizzando un sito che avesse contenuti e foto altamente professionali in modo da ingannare tutti gli utenti anche quelli meno sprovveduti, offrire i prodotti ad un prezzo equivalente a quelli gestiti dagli e-commerce e outlet ufficiali, far gestire il pagamento e la spedizione ad imprese primarie del settore et voilà il clone è fatto ed anche la truffa. Costo dell’operazione zero: è bastato copiare il sito ufficiale.

Fortunatamente il Nucleo di Polizia Tributaria di Pordenone, avvalendosi anche della professionalità del proprio personale specializzato in computer forensics e data analisys, ha percorso a ritroso le tracce informatiche lasciate da alcuni ignari acquirenti riuscendo a ricostruire l’intera rete illecita riscontrando che i pagamenti degli ignari acquirenti finivano in un conto corrente cinese e i prodotti se e quando arrivavano risultavano essere spediti da Hong Kong ed erano visibilmente contraffatti.

Il successo della truffa subita da Prada ha come origine ciò che accade più spesso di quanto si possa sospettare: il furto dei contenuti web.
In un ambito come quello dei motori di ricerca, Google in primis, dove la qualità dei contenuti può davvero fare la differenza tra una posizione elevata e la 100esima pagina, proteggersi da chi copia i contenuti non solo rientra nei propri inalienabili diritti, ma diventa necessità primaria ai fini di:

    1. Preservare la propria posizione nelle pagine dei risultati.
    2. Prevenire la penalizzazione nel ranking per contenuti duplicati.

Il motivo per cui un sito web viene clonato è spesso quello di rubarne il posizionamento in Google per i propri scopi, cioè per ottenere click su altri contenuti, ad esempio pubblicità, o più spesso per inserire nel clone link verso altri siti web che si desidera posizionare su Google per monetizzare.
A complicare il tutto si aggiunge anche la difficoltà nello svelare chi abbia veramente commesso il reato perché spesso i siti clone prevedono una vera e propria rete di link per nascondere il sito principale che ne riceverà beneficio.

Come scoprire se il tuo sito web è stato clonato

Scoprirlo è molto semplice: è sufficiente copiare la prima frase della tua pagina web e inserirla in Google nel campo per la ricerca, se tutto è regolare comparirà solamente il tuo sito nei risultati, o al limite i tuoi social o altri siti in cui hai copiato la frase, ma se non fosse così, visita tutti i siti web presenti nella ricerca per un controllo immediato sperando che il tuo dubbio non diventi la certezza di trovare i tuoi contenuti in link che non portano al tuo sito.
In alternativa, usa Copyscape, inserisci l’indirizzo di una delle pagine del tuo sito e con un clic potrai verificare se il testo di quella pagina (o quale percentuale) è stata copiata.

Come evitare di essere clonato?

Le cose da fare per ridurre al minimo la possibilità che il tuo incubo si avveri sono basilari ma spesso efficaci:

  1. Tenere il CMS (WordPress per esempio) e tutti i suoi plug-in continuamente aggiornati e usare password sicure: in questo modo nessuno sarà in grado di accedere senza permesso al tuo sito web.
  2. Usare il tool Google Alert per essere avvisato via email ogni volta che in rete qualcuno inserirà determinate frasi.

Effettuando una buona configurazione potrai avere notizie interessanti come ad esempio:
Chi sta parlando di me?
Chi sta linkando al mio sito o blog?
Cosa si sta dicendo di un mio particolare prodotto?

Hai scoperto che il tuo sito è stato clonato?

Parliamo subito dell’eccezione e cioè di quali sono i casi in cui è legittimo che qualcuno pubblichi parte dei tuoi contenuti senza preventiva autorizzazione e a titolo gratuito:

  1. Riproduzione parziale o riassuntiva dei tuoi contenuti a scopo di recensione, informazione, critica e discussione. È il caso, ad esempio, dei Forum di discussione, in cui talvolta si parte da un estratto di un articolo o un testo per dare vita ad un dibattito. Il diritto di Citazione, comunque, prevede l’obbligo da parte di chi estrapola contenuti altrui per i fini previsti, di indicare con esattezza la fonte: solitamente autore e sito internet da cui è stata prelevata la risorsa.
  2. Uso personale. Il caso, ad esempio, di chi stampa o salva una pagina del tuo sito sul proprio hard disk per poterla visionare offline. La stampa o il salvataggio della risorsa, esclude comunque la possibilità di: ripubblicare su internet, a scopo di lucro o meno, la risorsa, e la ridistribuzione attraverso formato diverso (es: pubblicazione cartacea o cd-rom).

A questo punto mi sento di poter dire con certezza che non siete un illuminato creatore di aforismi o se non siete il fisico che ha trovato l’algoritmo che ha permesso la scoperta del bosone di Higgs chi copierà i contenuti del vostro sito sta violando il diritto d’autore a scopo di lucro.
Anche se nella maggior parte dei casi la clonazione non trattandosi di hackeraggio non compromette la funzionalità del sito potrebbe verificarsi che il sito clone riesca ad indicizzarsi meglio del sito di origine a questo punto c’è da capire quali soluzioni puoi adottare.

Prevenire è come al solito meglio di curare

Inutile dire che la pubblicazione sul tuo sito di una tua opera non è garanzia sufficiente a tutelarti, in caso di necessità servono prove tangibili e prove storiche e purtroppo la data di upload sul server non è sufficiente perché basta una minima modifica, un backup, un cambio di dominio, e questo parametro viene azzerato.
Per tutelarsi correttamente la prassi corretta sarebbe quella di registrarsi alla SIAE e depositare presso di loro i contenuti realizzati, questo permetterà oltre che di avere una prova certa della titolarità del sito anche di avere anche l’assistenza giuridica in caso di infrazione del copyright. In alternativa alla registrazione presso la Siae occorre portare il backup ad un Legale o a un Notaio che certifichino la data di creazione e la titolarità della opere create. Nelle soluzioni descritte esiste una nota dolente: il costo.
Low-cost esistono accorgimenti e soluzioni self-made che potrebbero rappresentare l’alternativa al rivolgersi ad un professionista della tutela legale: occorre inviarsi una raccomandata con ricevuta di ritorno che conterrà i contenuti del sito in formato digitale o cartaceo, inviare tramite un server tipo Gmail o Yahoo a se stessi e ad una figura neutra che non sia parente o dipendente, una mail alla quale allegare un file compresso con i contenuti del sito. La figura neutra potrebbe rivelarsi il nostro testimone chiave in caso di necessità e le mail che abbiamo inviato e conservato sul server senza mai scaricarla la prova tangibile e inconfutabile della titolarità dei contenuti perché la data di ricezione di una mail su di un server come quelli citati non è falsificabile.

Provare a percorrere la via pacifica

Come cercare di vedere rispettati i nostro diritto ad essere unici ed originali? Il primo passo è quello di inviare una mail di diffida al webmaster copione a mantenere i tuoi contenuti sul sito specificando la data in cui hai visitato il loro sito e l’indirizzo (URL) in cui sono mostrati i tuoi contenuti, precisando che ne sei autore e che puoi fornire prova certa della titolarità. Se il webmaster ha semplicemente omesso i riferimenti all’authorship nell’esercizio del suo Diritto di Citazione, puoi chiedere che regolarizzi la sua posizione. In tutti gli altri casi ne chiedi la rimozione altrimenti non rimane che intraprendere un’azione legale.

E se scrivere non bastasse

Non sempre basta chiedere per ottenere e quindi esiste un’ultima via da percorrere: la via legale.
Premetto che la procedura legale per ottenere rimozione dei contenuti plagiati e il successivo risarcimento dei danni morali e materiali, è lunga. Un incaricato della Polizia Postale della tua zona raccoglierà la tua denuncia e saprà consigliarti se è conveniente per te proseguire per la via legale o lasciare perdere.
Innanzitutto verrà preso in esame il tuo sito e il sito che secondo te ha clonato i tuoi contenuti, e verrà fatta una prima stima più o meno analitica della veridicità di quanto segnalato.
Se chi sta raccogliendo la tua denuncia rileva che effettivamente vi è la stessa risorsa pubblicata in due siti, ti chiederà le prove concrete che hai la titolarità dei contenuti e la conferma che vuoi procedere con la denuncia che dovrai fare sia nei confronti del webmaster che dell’ISP che ospita il suo sito. Se decidi di procedere ti rimane un’ultima cosa da fare forse la più difficile: attendere i tempi della lenta giustizia italiana.

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