Di cosa parliamo
Google Trends è uno strumento gratuito che permette di capire l’interesse nel tempo di un dato argomento nelle ricerche Google e come le persone nel mondo reagiscono a determinati eventi.
Un esempio concreto? In questi ultimi mesi, il COVID ha radicalmente cambiato le nostre abitudini e anche le nostre ricerche.
Negli ultimi due mesi le ricerche su “come fare il pane in casa”, i “sintomi dell’influenza”, lo “smart working” o la “spesa a domicilio” hanno avuto una vertigionosa impennata, così come invece hanno avuto una drastica caduta le chiavi di ricerca legate alle aree semantiche del turismo come ad esempio la ricerca dei “voli low cost”. In questo caso, è molto chiaro come le ricerche siano cambiate in relazione al contesto.
Cos’è Google Trends?
Google Trends è uno strumento per rimanere aggiornati sul comportamento degli utenti: inserendo una parola chiave o un argomento è possibile capire quali sono le ricerche di tendenza nel mondo.
I trend si basano sulle query, cioè le richieste degli utenti su Google, dal 2004 ad oggi (sono incluse le ricerche di vari servizi Google News, Google Immagini, Google Shopping e Google Trends YouTube).
I “numeri” di Google Trends non sono comparabili con altri dati forniti da Google, che vengono misurati in modi diversi e con diversi scopi. Ad esempio, lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google ADS è stato progettato per fornire i volumi di ricerca mensili e medi (per gli inserzionisti) mentre Google Trends è pensato per evidenziare la popolarità di una chiave di ricerca in tempo quasi reale.
I dati numerici di Google Trends non sono un numero assoluto di ricerche ma valori relativi da 0 a 100.
Come vengono elaborati i dati da Google Trends
La spiegazione ufficiale è fornita nel Google Trends Help Center:
“Google Trends adatta i dati di ricerca per facilitare il confronto tra le diverse query. I valori vengono divisi per il numero totale di ricerche nel tempo ed area geografica rappresentata, per comparare la popolarità relativa”.
La “popolarità relativa” è il rapporto tra il volume di ricerca di una query e la somma del volume di ricerca di tutte le query analizzate in un dato luogo e in un dato periodo. I dati vengono “normalizzati” cioè i set di dati di ricerca vengono divisi per una variabile comune, come le ricerche totali, per annullare l’effetto della variabile sui dati. In altre parole, quando cerchiamo l’interesse di ricerca nel tempo per un argomento, visualizziamo una proporzione di tutte le ricerche su tutti gli argomenti su Google in quel momento e luogo.
“I valori che ne risultano vengono scalati in una gamma da 0 a 100 in proporzione a tutte le ricerche analizzate”.
In questa scala 0 equivale a termini con bassi volumi di ricerca, 100 è l’interesse di ricerca massimo per l’ora e la posizione selezionate. È interessante sapere che le ricerche ripetute dalla stessa persona in un breve lasso di tempo non vengono considerate, così da fornire il valore più realistico possibile.
I dati di Google Trends, dunque, sono relativi e non assoluti. La normalizzazione dei dati è molto importante ad esempio perché il numero di persone che effettuano ricerche su Google cresce costantemente: nel 2004 il volume delle ricerche totali era molto più piccolo di quanto lo sia oggi.
Come usare Google Trends per creare contenuti
Google Trends può essere un valido aiuto per creare diversi tipi di contenuto, come ad esempio:
- contenuti che intercettano una ricerca in un preciso momento (“trend stagionali”)
- contenuti su argomenti popolari (utile ad esempio per siti di notizie)
- contenuti di interesse locale
- contenuti correlati all’argomento di tuo interesse (nuove idee)
- contenuti per YouTube
- contenuti creativi (e lo so che non ci credi)
Come identificare i trend stagionali e intercettare il traffico di ricerca
Ci sono ricerche che sono condizionate dal periodo dell’anno o dalla stagione, presumibilmente cercheremo “hotel a Rimini” nella stagione estiva e informazioni sulle “piste da sci” in inverno. Lo stesso vale per eventi e alcuni prodotti.
Il Festival di Sanremo si svolge a febbraio e in quel periodo aumenta l’interesse sia sulla ricerca di Google che su YouTube.
Lo stesso avviene per alcuni prodotti legati alla nostra tradizione alimentare. Cerchiamo il panettone a Natale e le uova di Pasqua in primavera.
Puoi usare queste informazioni in diverso modo. Puoi scegliere di cavalcare il trend e pubblicare contenuti nel momento in cui i tuoi potenziali clienti hanno maggior interesse per l’argomento oppure puoi decidere di ottimizzare le pagine prima del picco delle ricerche (e magari fare una campagna di link building a supporto tre o quattro mesi prima).
Come usare Google Trends per studiare l’interesse locale e internazionale
Google Trends è uno strumento interessantissimo per capire l’interesse locale verso un argomento o un prodotto. In Italia, le varianti dialettali incidono molto su questo tipo di analisi, un esempio? Se cercate “come pulire i friarielli” oltre a notare il picco stagionale, vedrete che è un tipo di ricerca che si effettua solo in Campania, questo perché sono i “friarielli” sono chiamati “broccoletti” a Roma, “broccoli di rapa” in Calabria, “cime di rapa” in Puglia e “rapini” in Toscana.
Supponiamo di avere un e-commerce che vende tute sportive multimarca e di voler investire del budget in advertising o di voler creare un contenuto ad hoc per i potenziali clienti, tramite Google Trends possiamo studiare l’interesse per prodotto/brand nelle varie regioni italiane e nelle diverse città.
Lo stesso esercizio possiamo farlo per qualsiasi tipo di bene o servizio in qualsiasi regione/città del mondo. Google Trends dunque è anche un interessantissimo strumento per l’internazionalizzazione.
Come trovare nuove idee per i contenuti con le ricerche correlate
Google Trends ci segnala anche quali sono le chiavi di ricerca correlate ovvero quali ulteriori richieste effettuano le persone in relazione alla query di tuo interesse. Questo è interessante sia per trovare nuove idee per scrivere dei contenuti, che per aiutarti a capire meglio i bisogni dei potenziali clienti.
Un’altra funzione interessante è indagare quali sono le ricerche associate alle ricerche associate (no, non è un errore). Se ad esempio cercate “pizza fatta in casa” e poi cliccate sulla query associata “ricetta pizza fatta in casa”, Google Trends restituirà le chiavi associate a quest’ultima chiave.
Un altro uso interessante delle ricerche correlate su Google Trends è lo studio dei competitor: attraverso l’analisi delle query correlate è possibile verificare la strategia dei competitor e come si posizionano tra i risultati di ricerca. Non solo, se un brand ha un numero di ricerche significative è possibile sapere anche quali ricerche sono associate al marchio…
Come ho usato Google Trends per creare contenuti creativi (che sono diventati virali)
Durante queste ultime settimane di quarantena, ho interrogato spesso Google Trends per capire come le notizie dei telegiornali e i cambiamenti a cui siamo stati costretti nella vita reale avrebbero influenzato le ricerche su Google.
Provando ad incrociare argomenti e temi diversi, ho notato che alcune ricerche hanno subito picchi anomali, per scherzare con amici e colleghe le ho inviate tramite messaggi WhatsApp, ovviamente corredando gli screenshot con commenti ironici.
È nata così l’idea di lanciare le “Ricerche in quarantena“, una rubrica domenicale sulle tendenze di ricerca degli italiani e delle italiane, rigorosamente commentate, che ho pubblicato sul mio profilo personale Linkedin.
L’obiettivo era strappare qualche risata ai colleghi e condividere un contenuto ironico su un social network dove professionisti e professioniste tendono, a mio avviso, a prendersi un po’ troppo sul serio.
Il risultato è stato un successo di (personal) branding, i 7 capitoli delle “Ricerche in quarantena” hanno generato oltre 300.000 visualizzazioni, migliaia di reazioni e centinaia di nuovi contatti.
Questo per dire che sì, Google Trends può anche essere usato per creare contenuti creativi (e che i SEO non sono tutti noiosi).