Come scrivere una newsletter efficace | Quindo

Come scrivere una newsletter efficace

Inviare una newsletter personale o aziendale con periodicità è un ottimo strumento per raccontare al pubblico i propri valori e fidelizzarlo. Ma come scrivere una newsletter che non finisca nel dimenticatoio oppure – terrore di ogni copywriter – nella cartella spam? Sembra scontato dire che la cosa più importante sia scrivere contenuti di valore. Scontato, forse, ma fondamentale. In Quindo abbiamo lavorato a lungo all’ideazione e alla creazione della nostra newsletter d’agenzia Above the fold e ad oggi sappiamo cosa funziona e cosa no. Soprattutto, siamo sempre prontə a fare nuovi test e sperimentare cosa possa piacere aə nostrə lettorə.

Come scrivere una newsletter efficace, che racconti chi sei

Ecco il primo ostacolo, che si staglia subito come un muro tra noi e chi ci legge. Se l’abitudine al bombardamento di informazioni ha avuto un effetto positivo su utenti e naviganti è che sono sempre un po’ più bravi a capire se stai bluffando. Insomma, se stai dicendo la verità o ti nascondi dietro una maschera. La creazione di contenuti SEO oriented può far perdere la bussola per primi a noi copywriter. Inseguendo le ricerche con maggior traffico e le keyword che si posizionano meglio, rischiamo di perdere di vista la persona più importante, ovvero quella che ci legge.

Che ormai lo sa, se è abituata a navigare sul web, quali sono i trucchetti per trincerarsi dietro articoli fintamente utili e che attirano solo traffico senza dare alcun contenuto di valore. Il nostro compito è trovare il giusto equilibrio tra ciò che è utile all’azienda e ciò che veramente interessa aə lettorə (di questo infatti abbiamo parlato proprio nel primo numero di Above the fold). Non sempre abbiamo la possibilità di farlo. Essere SEO copywriter vuol dire lavorare in tandem con moltə altrə professionistə e qualche volta, per quanto ci costi ammetterlo, seguire una buona strategia porta a sacrificare la creatività.

La newsletter come sfogo della creatività personale e aziendale

Ecco, il bello della newsletter è proprio questo. Ok, deve comunque perseguire un obiettivo e raggiungere dei risultati, ma ci lascia maggiori margini di movimento in termini di stile, tono di voce, argomenti da trattare. Soprattutto, non viene setacciata da Google (ogni tanto Big G ci fa paura, niente di male ad ammetterlo) ma solo letta da chi lo desidera e si è iscrittə. Che bellezza, eh? Finalmente poter scrivere solo per noi, o per l’azienda che ci ha assuntə, senza lo stress di keyword e argomenti “caldi”. Possiamo parlare di quello che vogliamo, scrivere di quello che interessa noi e chi ci legge, senza pensare all’algoritmo. Almeno per un po’.

E il bello è proprio questo. Raccontare i nostri valori, i nostri interessi, le nostre passioni, pur se legate comunque al nostro lavoro. Così le newsletter che creano più buzz in rete possono partire da una riflessione personale, dal colpo di genio di unə deə dipendentə, da un argomento di cui si è parlato a lungo e sul quale vogliamo raccontare il nostro punto di vista. Ecco come si crea una newsletter che venga letta (e riletta, e riletta): scrivendo esattamente quello che desideriamo o meglio ancora, quello che vorremmo leggere quando apriamo la casella di posta elettronica.

5 consigli pratici su come scrivere una newsletter

Bene, abbiamo capito qual è lo spirito. Adesso proviamo ad addentrarci nel mondo di parole, pensieri, argomenti che potrebbero fare da fulcro della nostra newlsletter. Come scrivere una newsletter interessante nel concreto?

  1. Non tradiamo noi stessə. Ci sono dei valori che fanno parte del DNA aziendale o personale del professionista. Tradirli è una pessima, pessima idea: come abbiamo detto, chi legge ci sgama subito. Per esempio noi, che siamo un’agenzia inclusiva e crediamo fortemente nella diversity (quella vera, non di facciata) manteniamo questo elemento come faro della nostra comunicazione interna.
  2. Non facciamo repositioning. Nel copywriting si dice sempre nessun contenuto va sprecato. Questo potrebbe far pensare che sì, non c’è nulla di male a riproporre articoli scritti sul blog anche via email. Ma cosa staremmo facendo in questo caso? Solo una banale operazione di copia e incolla. Riutilizzare i contenuti va benissimo, ma è sempre importante aggiungere valore. Riflessioni, idee, strategie che non avevamo ancora raccontato al nostro pubblico.
  3. Stabiliamo connessioni. Eh sì, basta con l’autoreferenzialità. Siamo tuttə molto bravə, indubbiamente, ma quanto potremmo arricchire la nostra azienda e la nostra newsletter coinvolgendo altrə professionistə? Noi lo facciamo per acquisire un punto di vista diverso: siamo specializzatə in SEO a un livello estremamente verticale, e allargare i nostri orizzonti ci sembra sempre un ottimo valore aggiunto. E siamo certe che piaccia anche a chi ci legge.
  4. Sfruttiamo il potere dei social. Lo so, detto da chi fa SEO sembra quasi una bestemmia, ma quanto è veramente utile sfruttare tutti i canali possibili per far girare i nostri contenuti e quelli della nostra azienda? Linkedin, per esempio, propone un template semplicissimo per creare una newsletter che arrivi direttamente a chi si iscrive e a chi ci segue. La nostra Above the fold è nata lì.
  5. Divertiamoci! Vero, a volte questo lato del nostro lavoro è messo un po’ in ombra. Le richieste deə clienti, le montagne di contenuti da scrivere, le keyword research che non finiscono maaaiii ci fanno dimenticare che facciamo il lavoro più bello del mondo. Abbiamo la possibilità di scrivere, risolvere problemi reali di persone reali o inventare mondi attraverso lo storytelling. Volete che non ci divertiamo pazzamente nel farlo?

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