Di cosa parliamo
Hai mai sentito parlare di Landing Page? In questa guida scopriamo che cos’è e come scrivere una landing page che risulti efficace e porti alla tua azienda tanti lead profilati.
Che cos’è una landing page?
Una landing page è una pagina del sito web con un preciso scopo commerciale. Serve per far sì che l’utente che vi approda svolga una certa azione, per esempio la compilazione di un form di contatto, un acquisto, una richiesta di informazioni.
Solitamente l’utente approda sulla landing page a partire da una campagna Ads, social o Google, impostata per raggiungere proprio un certo target di utenti potenzialmente interessati al servizio / prodotto venduto all’interno della landing page. Letteralmente, infatti, landing page significa “pagina di atterraggio”.
L’importanza dell’ottimizzazione SEO della landing page
Le campagne digital a pagamento non sono però l’unica sorgente di traffico per le landing page. Anche il traffico organico, cioè quello che deriva dalle attività SEO, può portare utenti su queste pagine.
Ecco perché è importante che le landing page rispettino i requisiti SEO di base, come qualsiasi altra pagina del sito web, ovvero:
- I contenuti e i meta dati devono essere ottimizzati per un set di parole chiave iper specifico e rilevante per il business ma anche per gli utenti. Bisogna quindi fare una keywords research prima di tutto.
- L’url deve essere chiara, breve, priva di caratteri speciali, univoca.
- La risorsa deve essere accessibile ai bot, quindi non contenere blocchi; deve essere inclusa nella sitemap e deve anche avere ottime performance sia da desktop sia da mobile in modo tale da risultare raggiungibile e navigabile da qualsiasi dispositivo.
Come fare una landing page efficace
1 – La value proposition
La value proposition, cioè la “promessa” di un valore che l’azienda fa all’utente, è un elemento chiave per far comprendere immediatamente a chi arriva sulla landing page quale beneficio otterrà se seguirà le indicazioni fornite nella pagina.
Si esprime con una frase, una parola ma anche con gli elementi paratestuali, per esempio immagini, video e altre risorse utili a rafforzare la promessa di valore.
In linea generale, è sempre bene utilizzare una value proposition testuale che sia chiara, evitare espressioni autocelebrative e i termini lontani dal linguaggio del target. Dovrà inoltre essere concreta cioè esplicitare in modo definito i benefici e spiegare come l’utilizzo del servizio o del prodotto offerto dalla landing cambierà in meglio la vita dell’utente.
2 – I contenuti
I contenuti della pagina concorrono a rafforzare la value proposition e a definire un funnel commerciale attraverso le parole. Ciò significa che la quantità di testo presente sulla landing page dovrà essere razionale e adeguata al layout e anche all’obiettivo commerciale della pagina.
Non ha senso, per esempio, riempire la pagina di contenuti sicuramente utilissimi e interessanti ma che probabilmente nessun utente leggerà mai. Ha più senso invece scrivere titoli chiari, istruzioni brevi e concise, formule descrittive, usare verbi di azione e forme attive.
La landing page, infatti, deve far fare qualcosa all’utente, non di certo farlo scappare via.
3 – La call to action
La landing page deve far fare qualcosa all’utente e per farlo è necessario definire in maniera chiara l’invito all’azione. In particolare, quale azione l’utente deve svolgere e come deve svolgerla.
Per esempio, c’è molta differenza fra la compilazione di un form (vedi punto 4) e il click su un pulsante. Nel primo caso infatti, esistono alcune buone prassi della CRO: Conversion Rate Optimization da rispettare che vedremo fra poco. Nel secondo, oltre alle regole della CRO, interviene addirittura la psicologia dei colori. Per esempio, un pulsante rosso non è indicato per incoraggiare l’utente al clic a differenza di uno verde, un colore più accomodante.
Ricorda anche di creare sempre un’assonanza tra heading della landing page call to action. Se l’heading recita “Richiedi una consulenza gratuita”, la call to action sarà qualcosa di simile a “Clicca qui per chiedere una consulenza gratuita”.
4 – Il form di contatto
Per ottimizzare un form di contatto la CRO ci insegna a effettuare quattro azioni preliminari:
- CUT > ridurre. Elimina dal form distrazioni e campi non necessari, per esempio il captcha o le call to action ridondanti. Non è una mossa saggia, infatti, inserire più di una CTA nel campo che circonda il form perché potrebbe distrarre l’utente e portarlo a non cliccare nulla.
- KEEP > il form deve contenere un numero razionale di campi da compilare (da 5 a 10) e la label deve essere posizionata sopra o sotto, non dentro il campo da compilare, altrimenti durante la compilazione del form l’utente potrebbe dimenticare cosa doveva scrivere e abbandonare.
- POSTPONE > non chiedere tutto subito ma rimanda qualcosa a una fase successiva. In questo modo eviterai di porre l’utente sotto pressione.
- EXPLAIN > inserisci messaggi di errore chiari quando si presenta un problema e offri una soluzione per risolverlo.
5 – L’ottimizzazione tecnica
L’ottimizzazione tecnica della landing page include diversi aspetti che riguardano principalmente UI UX della piattaforma su cui la landing page è ospitata.
Quando si progetta la landing, quindi, è bene ricordare che mobile e desktop hanno conversion rate differenti, ma anche che gli utenti possono raggiungere la pagina da sistemi operativi diversi. Pertanto, la stessa landing page dovrà essere progettata per essere facilmente utilizzabile e portare alla conversione l’utente, da qualsiasi dispositivo stia navigando.
Google Search Console può aiutarti a rilevare eventuali criticità nel design mobile, per esempio pulsanti talmente vicini fra loro da rendere impossibile il tap, oppure un movimento continuo degli elementi cliccabili che rende impossibile l’interazione.
Anche la velocità di caricamento della landing page è fondamentale. Sappiamo bene ormai che la soglia di attenzione degli utenti online è davvero bassa. Attenzione quindi alla velocità di caricamento. Fai un check con gli strumenti e verifica i web vitals tramite Google Search Console e Lighthouse.
Verifica inoltre l’accessibilità della pagina, da qualsiasi browser e nella lingua pertinente per l’utente.
Per le questioni tecniche puoi sempre rivolgerti a un’agenzia SEO come Quindo.