Di cosa parliamo
Nel mese di febbraio 2023, Google ha rilasciato una versione aggiornata delle sue best practices per la gestione SEO dei link interni ed esterni.
In realtà, il documento era già stato pubblicato da Google con il titolo “Makes your links crawlable”. Nella sua prima versione conteneva indicazioni su come produrre link accessibili al crawler, quindi facilmente individuabili dal motore di ricerca con benefici in termini di indicizzazione e posizionamento del sito web. La versione aggiornata si intitola invece “Link best Practices for Google” e contiene informazioni più dettagliate su come gestire al meglio in ottica SEO i link interni ed esterni, così da soddisfare le linee guida Google.
Le prime best practices Google sulla gestione dei link interni ed esterni
Il tag HTML <a>
Da sempre, <a>
è il tag HTML utilizzato per indicare via codice la presenza di un link, interno o esterno, inframmezzato al testo o ad altri elementi in pagina. <a> infatti sta per hyperlink (ovvero “collegamento ipertestuale, ciò che il link è). Affinché l’indicazione sia valida e quindi il link “percorribile” come una connessione tra punto e punto di una rete, è necessario che questo tag includa anche l’attributohref
.
Ecco l’esempio di link interno correttamente scritto in ottica SEO, secondo Google:
Entrambi gli elementi sono presenti contemporaneamente.
Queste stringhe utilizzano il linguaggio HTML per comunicare con il crawler, un dettaglio importante per chi si occupa di realizzazione di siti web. Ciascun sito web infatti, sia esso custom o basato su un CMS, utilizza molteplici linguaggi per gestire specifiche aree. Così, per esempio, un menu molto complesso e dinamico potrebbe essere stato creato utilizzando un altro linguaggio. In questo caso, tutte le singole voci del menu, per il crawler, sono anch’esse dei link a risorse interne al sito. Tuttavia, poiché il linguaggio usato prevede una diversa modalità per indicare la presenza del link, il crawler non sarà in grado di rilevarne la presenza. Conseguenza SEO: una pagina per te importante al punto da essere stata inserita come voce di menu avrà minori opportunità di visibilità sui motori di ricerca.
Ecco un esempio di markup utilizzato per indicare la presenza del link interno che Google sconsiglia di utilizzare perché non accessibile al crawler:
Puntare i link verso risorse esistenti
Sembrerà un’ovvietà ma sono davvero tanti i casi di siti web in cui i link, verso risorse interne o esterne al sito, puntano verso pagina non risolvibili, cioè pagine che restituiscono un codice di stato diverso da 200 o che per qualche altra ragione non rappresentano indirizzi web reali.
Per esempio, se di recente hai modificato tutti gli URL del tuoi articoli blog da www.nomedominio.it/blog/titolo-articolo/ in www.nomedominio.it/titolo-articolo/ ricordati di modificare manualmente, uno ad uno, i link interni che collegano fra di loro gli articoli del blog, sostituendo il vecchio URL con quello nuovo. In caso contrario, il crawler accederà per primo al vecchio URL, rileverà un codice di stato 301 (redirected) e soltanto alla fine della catena arriverà a scansionare l’URL attuale del tuo articolo.
Conseguenza SEO: il crawler sprecherà il suo cosiddetto “budget” dedicato alla scansione degli ennemila siti web presenti nel suo indice. Poiché il budget non è infinito e poiché la prima risorsa che ha incontrato ha restituito una sorta di blocco dirottandolo altrove, potrebbe anche decidere di non scansionare più quella parte del tuo sito, rendendola sempre meno visibile sui motori di ricerca.
Questa è soltanto una delle casistiche più comuni di URL non risolvibili a cui il crawler non può avere accesso.
Un altro caso comune è quello generato dall’errata scrittura del percorso URL: verifica sempre la sintassi.
Le novità in casa Google sulla gestione dei link interni ed esterni
La versione più recente della guida Google contiene oltre alle istruzioni appena viste, anche indicazioni approfondite sul corretto tag HTML da utilizzare e su come posizionare i link all’interno del testo.
Anchor text: dove e come inserirli
La prima novità – non tanto nuova – riguarda l’anchor text cioè il testo visibile di un collegamento. Questo testo dice agli utenti e a Google qualcosa in più sulla pagina a cui ti collegherai cliccando sul link.
L’anchor text deve essere collocato tra il tag <a> di apertura e il tag </a> di chiusura, cioè gli elementi che Google può sottoporre a scansione.
Inoltre, specifica Google, un buon anchor text deve essere descrittivo, conciso e pertinente rispetto alla pagina in cui si trova e alla pagina a cui si collega. Migliore è il tuo testo di ancoraggio, più facile sarà per le persone navigare nel tuo sito e per Google capire di cosa tratta la pagina a cui ti stai collegando. In termini SEO quindi, consigliamo di scegliere anchor text corrispondenti alle parole chiave per cui si vuol fare posizionare la pagina a cui il link rimanda.
L’importanza dei link interni ed esterni per la SEO
Cos’è un link e qual è la differenza tra link interni e link esterni, sono domande che spesso vengono poste dai nuovi clienti che si rivolgono alla nostra Agenzia SEO. Spesso, infatti, il valore di attività come la gestione dei link interni (internal linking) e le attività di link building è percepito in maniera poco chiara o blanda. Al contrario, si tratta di due attività necessarie per assicurare a un sito web, blog o e-commerce, performance ottimali in termini SEO. Talmente necessarie da aver ottenuto un posto speciale all’interno delle best practices Google:
La gestione dei link interni, infatti, consente al motore di ricerca di capire con maggiore facilità quali sono le risorse principali di un sito web, premiandole in visibilità. La Link Building invece, contribuisce ad accrescere l’autorevolezza di un sito web agli “occhi” del motore di ricerca, aiutandolo a superare la concorrenza fra i risultati di ricerca. Tutto ciò sempre a vantaggio della visibilità.
Se isolate, queste attività potrebbero non portare al beneficio sperato ma, se incluse in una strategia SEO completa, non soltanto soddisferanno le linee guida Google (e quelle degli altri motori di ricerca) ma soddisferanno anche le aspettative delle aziende che hanno deciso di investire in attività SEO. Vuoi essere tu il / la prossim*?