Quando ho sentito parlare di software AI per il copywriting ho pensato “Ok, la mia carriera è stata breve ma intensa”. Questi strumenti sono qui per rubarci il lavoro?
Sembra proprio di no. Soprattutto da quando le nuove linee guida di Google hanno specificato che Big G non ama il testo generato automaticamente. Ma facciamo un passo indietro, capiamo cos’è l’AI per copywriter e soprattutto stiamo tutti calmi. Non c’è nessun progetto internazionale per sostituire gli scrittori e le scrittrici con i robot (per il momento).
Software AI per il copywriting
Negli ultimi anni numerosi strumenti di AI per il copywriting hanno incuriosito, affascinato e terrorizzato (nel mio caso) chi lavora con le parole. In un delizioso incubo di stampo luddista, in molti ci siamo chiesti se le macchine avrebbero potuto, un giorno, sostituire l’ingegno umano. E per moltissime attività quotidiane ci siamo trovati a rispondere Sì.
Stavamo già sudando freddo, ma una certezza bohémien sosteneva le nostre anime tormentate: a noi non accadrà mai. Noi lavoriamo con la fantasia, la creatività, l’empatia. Che ne sa una macchina di tutto questo? Come può un’AI text generator comprendere i bisogni, i desideri, le aspirazioni del lettore al di là dello schermo?
Poi però le nostre certezze hanno cominciato a vacillare. L’integrazione tra intelligenza artificiale e comunicazione ha mostrato i suoi primi segni di vita. I software AI scrivevano articoli sul Los Angeles Times già nel 2014. Cosa possono fare oggi? cosa potranno fare domani? Soprattutto: ci ruberanno il lavoro?
Cos’è un AI text generator?
Se fai il o la copywriter e se le macchine pronte a rubarti il lavoro popolano i tuoi incubi come i miei, ne avrai già sentito parlare. Un AI text generator è un software di intelligenza artificiale che elabora testi di senso compiuto sulla base di parole chiave inserite in un’interfaccia.
Molti di questi sono estremamente semplici. Ti basta scegliere un argomento (anche solo una parola) e un tono di voce. Otterrai un contenuto grammaticalmente corretto e di senso compiuto, che la macchina diabolica ha elaborato partendo dal proprio database di informazioni. Se preferisci, può rendere il testo più ironico, più formale, più aulico. Paura, eh?
Io ne ho avuta. Davanti a un AI copywriter in grado di scrivere un testo in una frazione di secondo, la mia agenzia e i miei clienti avrebbero continuato a pagare me? E perché avrebbero dovuto? Ho trascorso diversi giorni a pensarci e ho testato diverse piattaforme di AI per il copywriting. Conosci il tuo nemico, dice Sun Tzu.
Intelligenza artificiale e comunicazione, cosa ho imparato dai miei test
Un AI copy generator può scrivere un testo grammaticalmente corretto, contenente informazioni verificate. Può anche modificarne il tono di voce per adattarsi al target di riferimento. Ma può sostituirmi completamente? Tu, macchinario diabolico inventato da qualche ingegnere che evidentemente odia i letterati, mi ruberai il lavoro? L’ho chiesto a diverse piattaforme.
Ne ho usate alcune nel mio lavoro quotidiano e sì, non nego di aver avuto un vantaggio dall’uso dell’AI per il copywriting. Si tratta solo di un aiuto però. Su piattaforme come QuillBot posso inserire il mio testo e trovare in un click infiniti sinonimi. Posso declinare la stessa frase in diversi toni di voce e trovare quella più adatta al sito web del mio cliente. Ma come lo individuo? Con la mia umanissima conoscenza del brand, dei prodotti o servizi che propone e del pubblico target a cui è indirizzato il contenuto. Cosa che QuillBot, da solo, non saprebbe fare.
Ho usato anche Copy.ai, una delle piattaforme più chiacchierate nel sottobosco dei copywriter. Qui posso veramente inserire una sola parola, e l’AI text generator creerà da zero un contenuto completo. Ai primi tentativi ho pensato che potesse funzionare. Le informazioni erano corrette, la distribuzione delle keyword equilibrata, la velocità di scrittura irraggiungibile per un essere umano. Ho pensato che davvero Quindo potesse licenziarmi. Erano solo i primi tentativi, però.
I limiti dell’AI copy generator
Se usare l’intelligenza artificiale per il copywriting sa essere un vantaggio (quando suggerisce infiniti sinonimi e parafrasi, in fondo sta solo velocizzando il processo di revisione di un testo che abbiamo già scritto), l’AI copy generator puro non funziona. Non per il lavoro che facciamo.
C’era qualcosa, in quei testi, che dopo numerosi tentativi ho individuato: non avevano anima. Per quanto capaci di creare un contenuto coerente e corretto, i software di intelligenza artificiale non sono in grado di cogliere le sfumature. Di riconoscere la pertinenza di un’argomentazione o l’intenzionalità che si cela dietro una virgola o un punto messi al posto giusto. Alla fine, non sanno neanche fare della vera ironia.
Io sì. E anche tu, amico o amica copywriter che temi per il tuo stipendio. E anche tu, imprenditore o imprenditrice che desideri dei testi per il tuo sito web. Puoi sostituirci con un AI text generator, certo. Ma i tuoi testi non avranno un’anima, non parleranno veramente al lettore. E il lettore se ne renderà conto, così come Google. Il Grande G che con il suo occhio attento sembra osservarmi e dirmi Ehi, è inevitabile che tu commetta qualche sbaglio. Ma ti preferisco di gran lunga alle macchine.